Colorare la natura con la luce dell’anima

La tecnica dell’acquerello, che Pietro Tracca privilegia in maniera esclusiva, non è frutto di una scelta casuale – né si è affinata nel corso degli anni con freddo esercizio meccanico –, dipende da una disposizione naturale verso un genere espressivo che è congeniale alla sua personalità e alla sua “forma mentis”. Guardare un foglio acquerellato di Tracca nelle particolari flessioni luminose del mezzo cromatico – in ciò consiste l’originalità della sua azione pittorica – non è solo un avvicinamento all’artista che porta a considerare un approccio visivo con la realtà esterna, ma un’occasione di conoscenza dell’artista stesso nel momento in cui realizza l’opera, sia quando si accosta alle cose per rappresentarle, sia quando le trasfigura nel processo creativo.

L’osservatore deve assumere un atteggiamento attivo per cogliere, con le implicazioni visuali, le condizioni esistenziali che illuminano il risultato artistico. Molti sono i fattori che intervengono in una lettura attenta dell’efficacia pittorica del lavoro di Tracca. Questa presuppone un complesso intergioco di capacità estetiche formalizzanti che l’artista ha conquistato nel corso del tempo. Importante è perciò considerare, con la resa pittorica della natura, la natura dell’immagine che porta in sé la natura dell’autore. L’invenzione visiva è inscindibile dal soggetto che la determina, non si spiega da sola come fatto puramente descrittivo.

La natura è il modello di un piano compositivo in cui le cose prendono forma secondo un ordine mentale che fissa l’immagine nella continua variabilità dei dati visivi. Tracca le smaterializza attraverso una luce che promana dalla materia colorata oltre che da fonti esterne, cosa che arricchisce l’immagine di valori allusivi oltre che visivi. Nel corso degli anni egli è andato elaborando una tecnica capace di registrare la durata dell’impressione dal vero attraverso i tempi di una coscienza psichica che ha vinto lo spazio piatto della pura percezione. Ma tale durata viene spesso interrotta da sussulti emotivi, da impennate immaginative, dovuti a improvvise folgorazioni che colpiscono la sua immaginazione. Sono impegnate allora le facoltà propriamente dell’artista, che conferiscono alla composizione declinazioni di particolare freschezza.

La tendenza mimetica è vinta da un cromatismo che si scioglie dalla forma, la quale, catturata a sua volta dalla luce, crea armonie diverse dalla natura. La luce, giocando con l’ombra, ridesta sensazioni che riportano all’eccitazione da cui l’artista è stato afferrato. Nel baluginio dei colori e delle forme, i contrasti luminosi – modulati e tenui quando riprendono fenomeni atmosferici, precisi e netti quando delineano profili architettonici ora la frizzante animazione della vita.

Il progressivo affinamento della tecnica acquerellistica si coglie passando in rassegna le opere che segnano l’ormai lungo iter creativo dell’autore, caratterizzato da una ricerca che è, ad un tempo, dell’immagine e del mezzo, della visione e dell’espressione. E’ proprio la ricerca a permettere all’artista di sperimentare la varietà di tecniche del suo particolare linguaggio, di conquistare nei tempi brevi dell’esecuzione le trasparenze e le velature, le modulazioni e le flessioni che grande ammirazione suscitano nell’osservatore. Lo spettacolo della natura diventa nelle sue mani il trionfo della pittura. Questo avviene soprattutto nelle composizioni floreali, che sono la sua passione e specialità. A differenza del paesaggio, che è un dato precostituito e perciò ineludibile – per quanto passibile di personali interpretazioni –, la natura morta è preordinata dall’artista stesso per assecondare il suo atto creativo. E’ il suo estro infatti a predisporre gli elementi della composizione in modo funzionale alle tecniche che la rendono singolare. La veloce applicazione di colore liquido su un fondo ancora umido si alterna a quella del colore quasi secco su un fondo già asciutto. Non è possibile prevedere il risultato finale, specie nei fogli di grandi dimensioni, in cui l’artista gode sì di maggiore libertà espressiva ma deve fare i conti con uno spazio che esige un più severo controllo. E proprio qui Tracca riesce a distillare gli umori più segreti della natura, ad eternarla nella sua immagine ricreata.

Giuliano Menato

locandina mostra Colorare la natura con la luce dell’anima